18-19 agosto

I canyon dell'Arizona

La cittadina di Kingman deve il suo nome a Lewis Kingman, un ingegnere civile che ha contribuito in modo attivo alla progettazione e realizzazione di migliaia di miglia di linee ferroviarie nel deserto dell’Arizona alla fine del diciannovesimo secolo. Si può quindi dire che oltre ad aver scovato inquadrature fotografiche fantastiche, abbiamo anche visitato un’area che è veramente parte della storia ferroviaria degli Stati Uniti

Kingman inoltre è un importante punto di transito turistico, incrociandosi qui la I-40, la storica Route 66 e la statale 93 da Las Vegas.

Ed è proprio grazie alla mitica e famosa “mother road”, la Historc Route 66, che la cittadina mantiene ancora oggi una certa notorietà.

Lasciato l’hotel la mattina di sabato 18 agosto, ci dirigiamo in prossimità della stazione Amtrak della città (dove vi ferma l’unica coppia di treni passeggeri che transita di qui, ovvero il Southwest Chief sulla relazione Chicago, IL – Los Angeles, CA e vv.)

Proprio accanto alla stazione è presente un silo (o più probabilmente un serbatoio d’acqua) con un imponente marchio che ricorda ai passanti che qui siamo nel “cuore della Historic Route 66”. Di certo non è la miglior scelta per valorizzare l’imponenza dei treni americani, ma il quadretto è troppo bello per lasciarcelo sfuggire a vuoto, così attendiamo un treno verso est

Ci addentriamo quindi nel Kingman Canyon che precede la cittadina lato ovest e entro cui transitano la ferrovia e la RTE66. I due binari della ferrovia sono distanziati e a quote diverse, per lo stesso motivo evidenziato il giorno prima ad Arrowhead Junction: il binario per i treni verso est viaggia più alto rendendo quindi l’ascesa più dolce, mentre il binario per i treni verso ovest è direttamente alla base del canyon.

In queste anse ci si potrebbe passare una settimana e avere ancora inquadrature inedite… noi abbiamo un paio d’ore al massimo e optiamo per un’inquadratura che evidenzia il passaggio tra le rocce dei treni ascendenti. Fortunatamente c’è un sentiero ben battuto, quindi non dobbiamo mettere i piedi in sporgenze a forma di chissà quale parte di un animale, come nella scalata di Aldo al Passo del Chiurlo. Da quassù si riprendono bene anche i treni discendenti con eventuali spinte e fortunatamente uno ci capita a tiro

Arriva quindi un treno ascendente. Nota di cultura generale: le locomotive americane possono sembrare tutte uguali, ma non lo sono. Una differenza evidente tra le serie più vecchie (C44-9W, meglio conosciute come “Dash 9”) e quelle più nuove Evolution Series 44 (ES44 nelle sue varie varianti) è data dal rodiggio: le Dash 9 infatti sono delle Co’Co’ e quindi trazionano su tutti i sei assi, mentre le ES44 a parità di potenza sono A1A-A1A e quindi trazionano solo su quattro assi, mentre il centrale di ogni carrello è privo di trazione.

Ci spostiamo dall’altro lato del paese dove i binari sono nuovamente divisi, manco a dirlo, sempre per lo stesso motivo (il dislivello tra i due lati dell’ansa è di circa 40m). Il lungo treno sembra “abbracciare” il centro sportivo. Notare che è talmente lungo che la sua coda sta ancora transitando dal “punto silo”, che si vede sullo sfondo, della prima foto del giorno.

Ora procediamo parecchio all’interno. Mentre la I-40 procede su una via più diretta a sud delle Pyramid Rocks, ferrovia e Route 66 serpeggiano tra i canyon, che di fatto si trovano a poca distanza dal South Rim del Grand Canyon. Guadagnato un altro centinaio di metri di quota (siamo quasi a 1200m) ci fermiamo presso un passaggio a livello vicino Hackberry. L’ambiente è da pace dei sensi, tanto che nemmeno i telefoni hanno segnale.

Dall’alto di un costone dominiamo l’ampia curva e riprendiamo i treni da un lato…

...e dall'altro.

Trovando carino il passaggio a livello attraversato per raggiungere la collina, decidiamo di fermarci almeno per uno scatto. Qui fotografiamo un compattissimo treno di cisterne per trasporto di etanolo. Alla trazione ci sono ben due locomotive nella livrea Santa Fe!

In questa zona sono concentrate molte inquadrature meritevoli e facili da raggiungere e così in meno di 5 minuti siamo all’uscita del Crozier Canyon. Nonostante la quota il caldo è abbastanza pesante, quindi si attende in auto con clima acceso, tanto i treni sono lenti e il posto è talmente vasto che lo si avvista con parecchio anticipo.

Qui passa un mostruoso stack train con trazione intercalata. Ok che andava piano, ma ci ha messo SETTE MINUTI a passarci davanti tutto!

Dopo un secondo transito, muoviamo a sud fino alla località di servizio di Valentine che devo ammettere, è quella che ha avviato la macchina organizzativa di questo viaggio dopo che ho visto che posto spettacolare è. Con un po’ di licenza artistica si riprendono anche i treni da sud, nell’immenso e sperduto paesaggio

…mentre l’inquadratura più completa è per i treni da nord che è ben riempita da questo stack train monocromatico

Il posto merita anche inquadrature differenti, così un secondo treno lo riprendiamo a quota binari. Alla trazione anche due locomotive dell’impresa Norfolk Southern.

Muoviamo quindi di un altro tratto molto lungo fino a Seligman, località dove incontriamo nuovamente la I-40. E’ impressionante come lungo la strada passiamo improvvisamente dalle pareti scoscese dei canyon, ad immense distese pratose. Siamo quasi a 1800 m di quota (l’Arizona di fatto un grande altipiano che sale molto dolcemente, tanto che non dà l’impressione di trovarsi a quelle quote, se non per le temperature più gradevoli). Qui ci appostiamo per un inquadratura che richiede treni da est, ma purtroppo nelle quasi due ore prima che le tenebre abbiano la meglio, non ne passano… e l’unico verso ovest ha la spinta nel verso sbagliato! Peccato perché il posto e lo sfondo sono mozzafiato…

Uno dei tanti motivi per tornare da queste parti un giorno!

Ci dirigiamo alla nostra base per la notte, la cittadina di Williams alle “porte” del Parco Nazionale del Grand Canyon, quasi a 2100m di quota, e nella quale ha sede la ferrovia che proprio fino al GC sale: una ferrovia privata la cui società possiede anche il lussuoso hotel-stazione proprio a Williams. E secondo voi, noi dove potevamo dormire?

La domenica è il giorno di “stacco” del viaggio, dove alle difficili conquiste dei punti foto sostituiamo una più placida visita al Grand Canyon. Naturalmente non siamo al Grand Canyon Railway Hotel per niente, quindi la mattina decidiamo di fotografare alla partenza (anche perché è l’unica possibilità di farlo in luce) il “Williams Flyer” che giornalmente percorre la sessantina di miglia fino al South Rim.

Il treno è affidato a due locomotive F40FH e una serie di vetture di diverse classi di viaggio. In coda non può mancare la vettura con terrazzino (naturalmente privato e prenotabile!). La partenza da Williams Depot avviene giornalmente alle 9:30

Con tutta la dovuta calma raggiungiamo anche noi il Grand Canyon Village, all’interno del Parco Nazionale del Grand Canyon. Al nostro arrivo il treno è già stato invertito (grazie a una serie di binari posti a triangolo) e parcheggiato nella caratteristica stazione.

Presso la stazione è inoltre monumentata una locomotiva ALCO FPA-4, restaurata esteticamente ma non credo dal punto di vista operativo.

Il treno riparte da qui alle 15:30 e lo riprendiamo nell’ambiente boschivo poco fuori il paese

Dedichiamo il resto del pomeriggio, fino al tramonto, alla visita di questa immensa meraviglia naturale. Non ci sono parole o foto che possano descrivere la bellezza e la vastità di quest’opera naturale. Se aveste un solo giorno da passare negli Stati Uniti, fate in modo di passarlo qui. Il South Rim è molto ben attrezzato, con appositi “view point” con tutti i servizi necessari, bus navetta gratuiti, totem esplicativi e quant’altro.

Per il tramonto ci piazziamo a “Desert view point” il punto più a est raggiungibile con i mezzi e anche a noi comodo per il proseguimento del viaggio. Alle 19:13 precise il sole scompare dietro i monti del canyon, tra un misto di rispettoso silenzio e ovazione, come se la natura offrisse giornalmente uno spettacolo alla portata di tutti.

"It's gone!" dice qualcuno a voce alta e la folla di spettatori muove verso altre destinazioni. La nostra tappa per la notte è Flagstaff, più a est di Williams, per poter visitare la mattina successiva qualche suggestivo punto fotografico in mezzo ai boschi a oltre 2200m di quota. La raggiungiamo a tarda serata dopo aver scollinato presso l’Arizona Divide a oltre 2500m (e con la temperatura che dai 109°F del deserto è passata ai 61°F, poco più di 15°C !!)