15-16 agosto

Tehachapi railroad

La sveglia del 15 agosto è un po’ tragica, tra il viaggio da smaltire e le 9 ore di fuso orario, siamo letteralmente spaesati. Bastano però poche ore passate a visitare i luoghi dove fu girata la mitica trilogia di Ritorno al Futuro e ricordando che, come disse Doc, “Dove dobbiamo andare noi non ci servono strade!” siamo abili per puntare alla nostra prima meta, ovvero la ferrovia che attraversa i Monti Tehachapi, sede naturalmente del famoso e omonimo elicoidale.

Il primo contatto tra le nostre fotocamere e i treni americani avviene nell'abitato di Mojave, località omonima del deserto che stiamo attraversando. Lasciata Los Angeles e attraversata la faglia di Sant'Andrea attraverso l'Antelope Valley, i primi treni cominciano a mostrarsi. Passando accanto allo scalo ferroviario cittadino notiamo diversi movimenti che mi fanno esclamare "peccato non siano in luce!"... Paolo prontamente mi risponderà "ma quello si!", puntando un convoglio fermo in un raccordo alla nostra destra.

Proseguiamo quindi fino a fermarci nei pressi del grande cementificio di Monolith, frazione della contea di Kern a pochi km dalla cittadina di Tehachapi. Fortunatamente i quattro transiti che si susseguono in circa due ore sono tutti nel senso che a noi interessa, ovvero verso nord-ovest.

Prima un “manifest”, termine autoctono che indica un treno dal carico misto. La trazione è affidata a quattro macchine Union Pacific.

Proviamo a spostarci sulla collinetta dietro di noi e poco dopo ecco un secondo treno di Union Pacific: questa volta però si tratta di uno “stack train” che letteralmente vuol dire “treno catasta”… e ci vuole poca fantasia a capire da cosa derivi questo nome. Ancora oggi, a distanza di mesi da questo viaggio, mi sorprende come questi serpentoni a due piani possano restare sui binari!

Ancora più indietro, nei pressi del passaggio a livello, si presentano due treni, questa volta di BNSF (nota di cultura generale: negli USA non esiste un unico gestore dell’infrastruttura ferroviaria come da noi, ma ogni impresa ha treni, binari, servizi. Compagnie diverse da quella proprietaria dei binari possono transitare sugli stessi a fronte dei cosiddetti “diritti di transito”. In questo caso, la linea è di proprietà di Union Pacific ma BNSF la impiega in buona percentuale con i suoi treni).

Non sarebbe America senza una telata, così uno dei due BNSF lo riprendo con il fido 100-400

Dopo quattro transiti in questa posizione, ci spostiamo poco a est nella curva che precede il cementificio che avevamo addocchiato nel viaggio da Los Angeles. Qui dobbiamo attendere un po’, ma lo sforzo è ripagato da questo bellissimo stack train BNSF con in testa una EMD SD70Ace

Nel ritornare verso l’auto per recuperare dell’acqua, sento un rombo sempre più insistente da ovest. La posizione del sole mi fa propendere per tentare un “glint shot”…

…per poi accorgermi che dalla posizione in cui mi trovo esce un bello scatto anche alla coda del treno che fortunatamente presenta la spinta e girata correttamente.

Per la notte ci sistemiamo al locale Best Western e dopo cena ci godiamo qualche transito nelle tenebre dal terrazzino della “stazione” dove risiede anche un museo, in parte all’aperto con l’esposizione di materiale infrastrutturale, in parte all’interno con cimeli, fotografie e plastici in scala.

La mattina successiva torniamo nei pressi di Monolith per riprendere i treni in prossimità del sovrappasso della Highway 58. Alla vista del primo treno in lontananza ci mettiamo in posa, quando con la coda dell’orecchio scorgiamo la presenza di un secondo treno proveniente da sud-est. “Ecco, la frittata è fatta!” pensiamo.. certo non possiamo affidarci alla logica “vedrai che è corto, passa prima che l’altro arrivi”… no, non qui! Ma la precisione millimetrica con cui i due treni si incrociano ci regala questo scatto d’effetto, impreziosito dalla presenza, in coda al treno ascendente, di una locomotiva nei vecchi colori Santa Fe. Sullo sfondo si staglia l’imponente cementificio di cui alle foto del giorno precedente.

Poco dopo un altro treno proviene dalle nostre spalle… E’ un pesantissimo treno di rotoli d’acciaio, con due locomotive in testa e due in spinta, fortunatamente orientate in modo simmetrico, tale da permetterci di fotografare perfettamente la coda.

Sazi di questa inquadratura, muoviamo verso il famoso “loop”. Il punto è una vera propria attrazione inserita nella lista dei “National historic civil engineering landmark” ed è ben marcato e spiegato dalle due targhe presenti lungo la strada.

Purtroppo la parte interna del loop è proprietà privata, quindi l’unica possibilità di foto prevede di seguire alcuni sentieri che portano alla sommità delle colline. Il loop è molto più esteso di ciò che sembra e fotografarlo è tutt’altro che semplice. Attendiamo tre transiti in discesa e uno in salita. Alla fine quello che meglio si sposa con l’inquadratura è, paradossalmente, un treno che proviene dalle nostre spalle

Si è fatta ormai ora di pranzo e decidiamo di saziarci in un locale “family restaurant” (non ho ben capito cosa intendano gli americani, ma è pieno di locali così definiti). Ci spostiamo quindi a Caliente, ridente metropoli fatta di ben 3 case, 1 scuola e 1 ufficio postale. A discapito del nome, il caldo non è così eccessivo: la quota e il vento costante aiutano, anche se ovviamente non è il miglior posto dove stendersi al sole per qualche tempo nelle ore centrali di agosto.

L’apparente calma di metà giornata è improvvisamente rotta da un treno BNSF ascendente (cioè verso sud-est, ora siamo dall’altro lato del passo). Non possiamo evitare di tagliare la coda del treno (o meglio, tre quarti di esso…) mentre questo percorre l’ansa di oltre 180° che la ferrovia qui percorre (è un po’ il Sankt Jodok californiano, solo che in quello “vero” i treni sono leggermente più corti!)

Dalla strada principale qui si deriva la Caliente Bodfish Road che per un po’ segue il corso della ferrovia in mezzo a queste colline totalmente gialle. Sarebbe interessante visitare questi luoghi in primavera, credo ricorderebbero molto un noto sfondo di Windows.

Ci appostiamo sopra l’imbocco di una galleria, in prossimità della quale è avvenuto un deragliamento. I “resti” che lasciano spazio al quotidiano scorrere dei treni crea un contesto decisamente particolare (che riporta alla canzone dei Queen "Show must go on"). Qui passano a ruota due treni BNSF che serpeggiando lungo le curve sono visibili più volte dietro sé stessi. In composizione al secondo si trova anche una locomotiva Canadian National. Non è raro infatti trovare alla trazione dei treni (o meglio, in ausilio) locomotive di altre imprese, come avremo modo di apprezzare anche nei giorni successivi.

Proseguendo sulla medesima strada giungiamo a Ilmon, ormai alla base della catena montuosa e prossimi alla città di Bakersfield. Qui una radura su un terrapieno ci permette di riprendere i treni mentre transitano su un ponticello con il plus di alcuni alberi rigogliosi che contrastano il colore uniforme delle colline.

Passa prima un manifest Union Pacific...

Quindi, sul calar del sole, un analogo BNSF, anch'esso con locomotiva Canadian National in composizione come il precedente fotografato alla curva di Caliente

Torniamo al curvone di Monolith visitato la sera prima, sperando in un paio di transiti per arricchire gli scatti già in nostro possesso, ma purtroppo non passa nulla prima che il sole cali dietro le colline.

Dovendo intraprendere un viaggio di quasi due ore verso Barstow, nostra meta per la notte, ci concediamo una cena a base di brisket presso il simpaticissimo Red House BBQ di Tehachapi