18-21 agosto 2019

Dopo il colossale viaggio oltreoceano dell'anno scorso, quest'anno era d'obbligo dedicarsi a qualcosa di più soft durante le ferie ferragostane. Il meteo non è stato di molto aiuto, ma constatata la previsione di 3 giorni di alta pressione a est, decido con Paolo che la destinazione sarebbe stata la Slovenia.

In particolare era mia intenzione tornare in quelle zone visitate al tempo del "gelicidio" e che quindi non avevo ancora avuto modo di apprezzare nella loro ordinarietà, con la trazione elettrica tornata padrona dei binari. Dato che 3 giorni in quelle zone sarebbero stati comunque troppi, decidiamo che il primo giorno, una domenica, la dedicheremo alla ferrovia transalpina tra Nova Gorica e Jesenice. Questa storica linea conserva molte caratteristiche dei tempi passati, oltre naturalmente ad una cornice naturalistica di tutto rispetto.

Partiti di buon mattino da casa, approdiamo in Slovenia attraverso il valico di Gorizia. Una rapida sosta nello scalo di Nova Gorica ci consente di immortalare un trio di 664 a riposo in attesa di prendere servizio con qualche treno merci verso Sežana .

Riprendiamo quindi il viaggio percorrendo in direzione nord la valle dell'Isonzo (Soča in sloveno). La nostra destinazione è Most na Soči, punto di confluenza tra i fiumi Isonzo, Idria e Baccia. In questa stazione, oltre al passaggio dei treni locali, fanno capolino gli Avtovlak, speciali treni per trasporto auto che consentono di attraversare il tunnel di oltre 6 km tra Podbrdo e Bohinjska Bistrica, il più lungo della Slovenia, accorciando notevolmente il tempo necessario al valico dei monti.

Questi treni sono particolarmente interessanti per via della loro composizione, con le anziane e rumorose locomotive slovene di derivazione americana e i pianali vecchio stampo per il carico di auto.

Ci fermiamo d'apprima sul lato nord del viadotto a struttura mista che sovrasta il fiume Idria attendendo il locale Jesenice - Nova Gorica effettuato da un lucente binato 713-714, di fabbricazione tedesca, leggermente dissimile dai binati 813-814 di fabbricazione italiana. Purtroppo in Slovenia il problema graffiti, soprattutto in queste linee più remote, è serio, quindi rimaniamo piacevolmente sorpresi nel veder transitare il convoglio completamente pulito.

Di li a poco sarebbe arrivato, sempre da nord, l'Avtovlak. Decidiamo quindi di spostarci dall'altro lato del ponte dove, seppur in controluce, riusciamo a ricavare uno scatto degno di nota. Piacevole sorpresa è la presenza alla trazione della 644 020 (classe 1973) in luogo della più moderna 664.

Le manovre di carico e scarico del treno dureranno poco più di 40 minuti, quindi decidiamo di anticiparlo iniziando la risalita del corso del fiume Baccia. Ci fermiamo nei pressi della fermata di Podmelec. Paolo, che già aveva battezzato queste zone, opta per uno scatto dal prato della stazione. Io preferisco immortalare il treno mentre transita sull'imponente ponte in ferro. Le nuvole in rapido transito ci fanno sudare freddo, ma fortunatamente quando il rombo della 644 si fa sempre più intenso, un raggio di sole fa capolino.

Continuiamo a risalire questa valle che un tempo era territorio italiano (infatti non è difficile notare la somiglianza geografica con altre valli del nord-est italiano) fino alla grande stazione di Podbrdo (Piedicolle, quando era Italia). Siamo qui perchè l'Avtovlak effettuerà un ulteriore coppia di corse limitata all'attraversamento del tunnel. Attendiamo quindi il suo arrivo per immortalarlo mentre manovra per accostarsi al piano di carico/scarico delle auto.

La 644 viene subito sganciata dal convoglio ed inizia le manovre per posizionarsi dall'altro lato, anche se la ripartenza del treno è prevista tra circa un'ora. Ne approfittiamo per "seguirla" alla radice scambi sud della stazione. Pochi minuti dopo giunge un locale da Jesenice per Nova Gorica espletato da una coppia di binati 813-814, che purtroppo hanno richiesto una decisa opera di pulizia dai graffiti. Ecco quindi l'occasione per un bel quadretto tra i due materiali.

Lasciamo che la 644 riprenda le sue manovre, mentre ci spostiamo rapidamente poco a sud perchè incombe un locale da Nova Gorica per Jesenice. Decidiamo di immortalarlo nell'immacolato paesaggio poco a nord della fermata di Hudajužna. Fortunatamente il binato che si presenta ai nostri obbiettivi è privo di graffiti.

Abbiamo circa un'ora di tempo prima del prossimo transito, ovvero l'Avtovlak pomeridiano che torna a Most na Soči. Decidiamo di riprenderlo in transito dalla stazione di Grahovo ob Bači. La linea presenta un'infrastruttura tecnologica minima, con passaggi a livello e segnalamento ancora a filo. Ciò rende le stazioni, anche dove vi sono diversi binari, ambientazioni molto "pulite" da ostacoli.

Torniamo in stazione a Most na Soči, unico punto dove poter riprendere il treno durante le manovre e la successiva ripartenza.

A questo punto si apre una discreta "voragine" nell'orario, complice il fatto che la domenica una coppia di treni locali di metà pomeriggio non vengono effettuati. Ci appollaiamo al bar della stazione in attesa dell'orario giusto per andare incontro al locale Jesenice - Nova Gorica che precede di circa 30 minuti il successivo (e ultimo) Avtovlak della giornata.

Torniamo alla stazione di Grahovo ob Bači ma quando il treno arriva scopriamo essere una totale lavagna di graffiti. Archivio mestamente tale scatto.

Bene, ora incombe l'Avtovlak. Lascio Paolo, che preferisce scattare in stazione anche a quello, e mi dirigo al vicino e spettacolare ponte a struttura mista. Dopo circa 20 minuti di tachicardia, con qualche nuvola che si diverter ad aumentare l'ansia dell'attesa, ecco il rombo della 644 sbucare da dietro la curva.

Un'altra mezz'ora di attesa e transiterà un ulteriore locale. Decido di tornare in stazione e tentare uno scatto sul filo, letteralmente, del tramonto.

L'ombra nella valle segna l'ora di avviarci verso la nostra base, sita a Divača, località comoda per raggiungere le località da visitare nei giorni successivi. Dopo cena facciamo due passi nella vicina stazione, decisamente animata di transiti merci nonostante sia domenica sera.

Il lunedì mattina, dopo lauta colazione, passiamo rapidamente nel deposito di Divača dove troviamo in sosta una 643 con qualche cisterna.

Nei due giorni a venire battezzermo diversi punti lungo la linea "dorsale" slovena, in particola tra Divača e Planina. Questo tratto è comune ai treni con destinazione Italia, attraverso il valico di Villa Opicina, e con destinazione il porto di Koper, decisamente attivo dal punto di vista dell'intermodalità ferro-mare. Il traffico passeggeri è ridotto a qualche treno locale, meno di uno ogni ora, e alcune coppie di InterCity effettuate sia da materiale ordinario sia, ultimamente, dal "Pendolino" sloveno.

Mentre vaghiamo nel deposito, in stazione transita lentamente un merci di carri a sponde alte trainato da una 642, locomotiva a trazione termica simile alla 643 ripresa in deposito. Viaggia verso est e anche noi siamo diretti in quella direzione, precisamente alla stazione di Gornje Ležeče incastonata nei boschi tra Divača  e Pivka.

Arriviamo che il segnale verso Pivka è a via libera e in effetti di lì a poco transiterà proprio il merci visto poco prima. L'abbiamo doppiato!

La stazione si presta a diverse inquadrature, così piantiamo le tende (cioè, le scale...) per un paio d'ore. Transita un completo RockTainer (particolari tramogge caricate su pianali porta container, da cui il nome) da Koper...

...un locale per Ljubljana effettuato da un Desiro in livrea pubblicitaria dedicata alle Terme Olimia...

...e una lunga teoria di bisarche vuote al gancio di una 363 "Brižita".

La luce inizia a farsi sempre più perpendicolare, ma a breve transiterà il treno internazionale Trieste - Ljubljana effettuato dagli elettrotreni di fabbricazione spagnola acquistati dalla Regione Friguli Venezia Giulia e dedicati appunto a questi servizi. Ci spostiamo quindi più a est dove grazie alla curva in uscita dalla stazione migliora l'inclinazione della luce.

Sazi di questa zona proseguiamo verso est con destinazione un paio di punti agresti tra Prestranek e Pivka. Purtroppo scopriamo amaramente che la vegetazione è molto cresciuta in questi anni e ha ridotto notevolmente la visibilità sui binari. Messa una X sul primo punto, approdiamo alla stretta curva di Gradec. Anche qui la vegetazione ha fatto il suo - letteralmente - sporco lavoro, ma all'orizzonte sbuca un treno e decidiamo di riprenderlo alla bene e meglio.

E' prossimo il transito del pendolino diretto a Koper ma, non convincendoci pienamente questa inquadratura, ci spostiamo alla stazione di Pivka, diramazione per la linea diretta in Croazia.

I treni 310 delle ferrovie slovene sono stati costruiti da FIAT Ferroviaria sulla base degli ETR460 di FS, con cui condividono evidentemente le forme. Sono state costruite solo 3 composizioni da 3 pezzi ciascuna. Un tempo questi treni venivano impiegati per l'EC "Casanova" da Venezia per Ljubljana.

In stazione lo riprendiamo "abbracciato" da altri due materiali passeggeri, un binato 713-714 a destra e un Desiro che fa la spola con il confine croato, fermo sul binario 1.

Fattosi ormai mezzogiorno, ci avviamo verso nord-est. Continua...